Scorzone
Tuber aestivum Vitt.
Ben noto fra i conoscitori di tartufi con l’appellativo volgare di “Scorzone“, si contraddistingue per via di alcune caratteristiche fra cui spiccano le seguenti:
- la carne color giallo-sporco / nocciola,
- il peridio verrucoso e di colore nero,
- il suo periodo di maturazione, che è quello estivo (da cui trae origine il nome),
- è una delle specie meno pregiate nel suo genere, sebbene sia un buon fungo commestibile.
Il corpo fruttifero si presenta con una forma tuberosa, talvolta reniforme, con cavità o depressione basale; 2-8 cm di diametro, raramente più grosso di una mela.
Il peridio è Nero o brunastro, con rugosità a verruche piramidali sporgenti, normalmente piccole di 2-4 mm di larghezza. Di colore rossastro da giovane; si scurisce nella maturazione.
Scheda tecnica
Tuber aestivum Vitt.
Nome: da “aestivum” (lat.), che cresce in estate (Vittadini, 1831).
Nomi volgari: tartufo nero d’estate, scorzone.
Periodo di raccolta: generalmente dal 1 maggio al 30 Novembre
CARPOFORO – può assumere forme e dimensioni molto variabili; in genere rotondeggiante e talora con una depressione; può raggiungere pezzature anche intorno al mezzo chilo.
PERIDIO – a superficie verrucosa, di colore nero, con verruche piramidali, sporgenti, di grosse dimensioni, che gli conferiscono una tipica rugosità ed una certa consistenza.
GLEBA – generalmente di colore nocciola, più o meno giallastra nei tartufi maturi, spesso anche di colore biancastro; è solcata da numerose venature biancastre, alcune sottili altre più larghe, molto ramificate e variamente anastomizzate.
PROFUMO – delicato e gradevole che ricorda vagamente l’aroma dei funghi: tenue da giovane, più intenso a completa maturazione o in luogo chiuso (barattolo di vetro).
SAPORE – simile a quello dei porcini.
ASCHI – prima leggermente peduncolati, poi globosi, di 60-95 x 50-80 millimicron, contenenti in media da 1-4 ascospore, talora 6 (Ceruti, 1960).
SPORE – di colore giallo-scuro rotondeggianti od ovali, misuranti 18-41 x 14-32 millimicron (Ceruti, 1960), con la superficie esterna irregolarmente reticolato-alveolata; l’altezza delle creste membranose che originano gli alveoli sono sistematicamente più basse di circa il 50% rispetto a quelle delle spore di Tuber uncinatum (Chevalier, 1978).
HABITAT – è capace di svilupparsi su una grande quantità di terreni formatisi da rocce madri di età geologiche molto differenti, però predilige particolarmente terreni calcio magnesiaci, filtranti, ricchi di costituenti fini e grossolani, con struttura aerata e grumosa; rifugge invece da terreni fradici. Le tartufaie sono localizzate nei boschi o al margine di radure, lungo i campi coltivati e le siepi di pruni, sempre in ambienti soleggiati. Prevalentemente entra in simbiosi con la roverella ed il nocciolo, ma anche con il cerro, la farnia ed il carpino nero.
La presenza di T. aestivum può essere più o meno evidenziata dalle caratteristiche aree prive di vegetazione “pianello”. Benché esista una prima produzione a maggio-giugno (da cui l’appellativo di “maggengo”) quella più abbondante e migliore, anche con esemplari di notevole pezzatura, si verifica da luglio fino a settembre.
VALORE – è abbastanza apprezzato per il suo profumo delicato e le sue caratteristiche organolettiche, tanto da avere un buon mercato. Essendo un tartufo prodotto in notevole quantità il suo prezzo normalmente è molto accessibile.