La cerca del tartufo con il maiale

Nei secoli scorsi la cerca del tartufo avveniva con l’ausilio dei maiali. Soprattutto in Francia dove con una geografia del territorio meno acclive (ma anche in diverse zone d’Italia), i suini venivano utilizzati per il loro olfatto assai sviluppato che li portava, ghiotti com’erano, ad essere degli ottimi cercatori del fungo. Il maiale da tartufo è una figura semi-mitologica, fissata nell’immaginario di tutti coloro che abbiano mai affrontato il tema tartufi e che continua a solleticare la curiosità di moltissimi. Questo animale ha un olfatto molto sviluppato e in pochi minuti può trovare tartufi anche a grande profondità; è un animale che nutre un’autentica passione per il tartufo ed è spinto alla ricerca dalla voglia che ha di mangiarne; ha un periodo di addestramento relativamente più breve di altri animali; ha un olfatto più raffinato di quello del cane, infatti il secondo punterà sempre il tartufo che gli avete insegnato a cercare; il maiale invece, essendo ghiotto, tenderà a puntare per primo il tartufo più maturo e dall’odore più forte.

Tuttavia una serie di controindicazioni ha posto dei limiti all’utilizzo dei suini per la cerca dei tartufi, in quanto; essendo il maiale un animale ingombrante con difficoltà di deambulazione, diventa necessario   muoversi con un furgone  per movimentare l’animale;  essendo il maiale molto ghiotto di tartufo, non appena ne percepisce la presenza comincia a scavare rapidamente fino ad addentarlo certamente non disponibile a renderlo al tartufaio; il maiale nella sua azione di cerca scava buche enormi, distrugge radici, con tutto quello che circonda il punto di presenza del tubero; il maiale così corpulento si stanca con facilità e dopo avere individuato e scavato due o tre tartufi ha bisogno di riposare e non è pensabile di muoversi per tartufi con una bella scrofa di duecento chilogrammi che necessita continuamente di soste per rifiatare.

Un vecchio detto afferma che, secondo gli italiani si dovrebbe portare a caccia di tartufi una scrofa, in quanto l’odore dei tartufi (come se fossero poi tutti uguali!) ricorderebbe quello degli ormoni del verro, ovvero del maiale maschio. Secondo i francesi invece sarebbe l’esatto contrario: si va a caccia di tartufi tipicamente con dei verri, perché l’odore del nero del Périgord ricorderebbe quello della femmina del maiale.

In ogni caso alla luce di quanto detto, una legge promossa nel 1985 in Italia, vieta l’utilizzo di tale animale, e stabilisce unicamente la cerca con l’aiuto di un cane addestrato allo scopo, assegnando in tutte le circostanze il ruolo di grande cercatore di tartufi al fedele amico dell’uomo; scelta certamente condivisa da tutti i tartufai.